Recentemente ho acquistato un puzzle tridimensionale in legno da costruire nel tempo libero per rilassarmi. Vista la stagione, ho deciso di optare per qualcosa di primaverile. Recentemente hanno guadagnato molto successo questi puzzle dalle dimensioni di un libro, internamente illuminati, da inserire in una libreria, in mezzo agli altri libri, per ottenere l'effetto di un piccolo scorcio pittoresco. Ho cercato quindi tra le opzioni a rapida consegna su Amazon e ho trovato questo delizioso puzzle che rappresenta un trenino che percorre un tunnel di boccioli di ciliegi in fiore. E' arrivata una scatola contenente le istruzioni per l'assemblaggio, i fogli di legno con i pezzi da staccare, uno specchietto ed il circuito elettronico per l'alimentazione a batteria ed il controllo dei due led interni, che si accendono grazie al sensore di prossimità che si trova nella parte frontale in alto. L'unica cosa che mancava nella confezione, a dispetto dell'immagine promozionale che ho inserito sopra, era la colla, nè con, nè senza fiocchetto. Fortunatamente è bastato del normalissimo vinavil per incollare quei pochi pezzi che non sono fatti per incastrarsi con gli altri. L'assemblaggio, le istruzioni di montaggio ed i fogli di legno con i particolari da staccare ed incastrare mi hanno ricordato molto i modellini ferroviari che progettano e costruiscono gli appassionati del settore, come il modello della sottostazione ambulante creato da Giorgio Di Modica e di cui ho parlato nel precedente post, anche se in versione molto più semplice. Ho apprezzato molto che fosse data attenzione alla trazione elettrica (TE), con un pantografo molto dettagliato e la rappresentazione tridimensionale delle mensole e della catenaria. Molto dettagliati anche i carrelli del locomotore, con le molteplici ruote. Esistono molti percorsi ferroviari in Giappone che permettono di ammirare la fioritura dei ciliegi in primavera. Una breve ricerca immagini mi ha permesso di ipotizzare che si tratti del Randen Train di Kyoto. Randen è una piccola rete ferroviaria che fa parte delle Keifuku Electric Railroads. Molte linee ferroviarie giapponesi sono in corrente continua, come le linee tradizi0nali italiane, proprio per questo l'aspetto delle mensole e delle catenarie di questo piccolo puzzle mi risultava così famigliare. Tuttavia, molte delle linee ferroviarie giapponesi adottano la corrente alternata. E' sicuramente una bella scampagnata in primavera, quando ci si trova immersi in un tunnel continuo di fiori rosa di ciliegio. Molti dei treni sulla linea sono di colore viola, rendendo l'effetto visivo ancora più romantico
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É uscito il numero della rivista "iTreni" contenente il mio ultimo articolo come capo della produzione dell'officina ONAE di RFI, in cui parlo delle nuove sottostazioni mobili modulari per l'alimentazione delle linee ferroviarie a 3 kV in caso di rinnovo, sostituzione per guasto o impianto completamente nuovo.
L'articolo è complementare all'articolo "S.S.E.M. tipo 83 81 - La mia Sottostazione Elettrica Mobile" dell'Ing. Giorgio di Modica, che ho aiutato nella realizzazione del modellino in scala di una sottostazione mobile su carro ferroviario realizzata dall'officina ONAE. E' tempo di iniziare una nuova stagione professionale.
Dopo più di 11 anni, in cui ho imparato molto, ho seguito progetti innovativi e conosciuto persone preziose, lascio con gratitudine RFI Rete Ferroviaria Italiana e il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, per iniziare una nuova avventura, come progettista di impianti elettrici in libera professione. Lascio la direzione della produzione dell'Officina Nazionale Apparecchiature Elettriche di Bologna, officina a cui ho dedicato 11 anni della mia vita lavorativa ed in cui ho seguito soprattutto per iniziare una carriera come progettista di impianti elettrici freelance tramite il mio studio di progettazione di sistemi elettrici Elesys. Il mio collega e amico Nico mi ha segnalato questo video di una installazione di una antenna per mezzo di una mongolfiera. Nel mio lavoro ho visto metodi di sollevamento e di installazione anche piuttosto bizzarri, ma questo mi è nuovo! "Overwhelmed" di Brigid Schulte è un libro che ho scoperto tramite Linked In: lo consigliava sul suo profilo Beth Comstock, vicepresidente di GE. Amo Linked In perché, in mezzo a diversi contenuti scadenti o scontati, si riescono a trovare contenuti di qualità e consigli interessanti. E' il caso di questo libro, che è stato una piacevole sorpresa.
L'autrice, giornalista del Washington Post, si chiede come è possibile che si senta così stressata e in costante carenza di tempo e come mai si sentano così tutte le persone che conosce. Parte da questo il suo percorso di indagine e ricerca, con particolare riguardo alla gestione del tempo tra lavoro e famiglia. Una premessa è doverosa: l'autrice approfondisce particolarmente, seppur non limitandosi ad essa, la situazione delle donne con figli, in quanto la più onerose e più vicina alla sua esperienza. Per questo motivo, a tratti, il libro sembra deviare eccessivamente in questo ambito, non a tutti famigliare. Tuttavia, questo libro contiene intuizioni fondamentali, che squarciano il velo della trance ipnotica in cui siamo immersi nella nostra frenesia quotidiana e rivelano la nostra difficoltà a gestire il tempo per quella che è, seguendone le origini storiche. Queste intuizioni, generate nel lettore, possono portare ad un cambiamento di visione del proprio trascorrere il tempo e indurre una virata decisa. Una presa di coscienza che cambia il modo di vedere il tempo e gli obblighi nella propria vita e non si dimentica facilmente. Inizio l'anno con il proposito di leggere di più. E, per partire con una visione molto ambiziosa, ho deciso di leggere un libro a settimana e di tenerne traccia online. L'intento qui è duplice: da una parte è sempre meglio puntare in alto per poi ridimensionarsi, dall'altra sto cercando di velocizzare i miei tempi di lettura.
Cosa c'è di meglio di iniziare con un libro che avevo già in casa (eventuali omnimie non sono puramente casuali)? Il primo libro del 2017 è "I cavi elettrici per impianti civili ed industriali - criteri di scelta, d'installazione, di impiego." di G.Artusi e G.Baldi (Editoriale Delfino, Milano). E' un libro del 1996 sulla scelta, progettazione e verifica delle condutture. Se pur datato per quanto riguarda alcune normative, riporta leggi fisiche e formule che non passano mai di moda. Negli USA non mancano di certo gli spazi per nuovi impianti di generazione di energia rinnovabile, come quella eolica e fotovoltaica. E gli USA si stanno rendendo conto sempre più di quanto queste forme di produzione dell'energia stiano diventando fondamentali per il loro futuro. Tuttavia, per questo genere di risorse, il problema fondamentale da superare rimane la difficoltà di immagazzinare l'energia elettrica. Come spesso accade, le idee innovative arrivano quando si guarda al passato. I tecnici della ARES (Advanced Rail Energy Storage) hanno trovato un metodo di accumulo dell'energia che si basa sull'utilizzo della forza di gravità, come nel caso dell'idroelettrico, ma meno invasivo: utilizzano treni carichi di blocchi di cemento, che lasciano scivolare per i pendii, sui binari di vecchie ferrovie. Funziona esattamente come per l'energia idroelettrica, ma senza la necessità di allagare valli e costruire dighe e col vantaggio di poter essere facilmente utilizzato anche in zone aride. Quando c'è abbondanza di energia in rete, il treno, con le sue 4 tonnellate di massa, viene fatto risalire, grazie ad un motore elettrico alimentato da un generatore a diesel. Quando, invece, è necessaria più energia in rete, il treno viene fatto scendere, ed il motore diventa un generatore, alimentando la linea a.c. trifase che si trova a lato della rotaia. In questo modo, sostengono gli inventori, si recupera l'85% di energia, facendo del sistema ARES uno dei sistemi più efficienti. Il progetto è quello di costruire impianti con decine di binari, in cui treni con più carri possono scendere e risalire, col loro carico, a seconda delle necessità della rete. L'azienda ha ottenuto il permesso di installare un piccolo impianto da 50 MW nello stato del Nevada. Vedremo se il sistema prenderà piede. Per chi è più curioso, di seguito, un webinar di un'ora sul progetto, con informazioni tecniche più dettagliate. Se siete interessati a visitare l'expo ferroviaria, probabilmente è troppo tardi: domani è l'ultimo giorno disponibile. Quest'anno l'Expo Ferroviaria si è tenuta al Lingotto di Torino dall'1 al 3 Aprile, con il suo carico di stand, conferenze e incontri. Ho avuto la possibilità di partecipare all'evento martedì 1 Aprile, insieme ad alcuni colleghi, in rappresentanza della microstruttura Ingegneria di Produzione dell'ONAAE di RFI. Dovendo visitare la fiera per lavoro e avendo poche ora a disposizione, non ho avuto purtroppo tempo di scattare molte fotografie. Le uniche che sono riuscita a portare a casa, sono le seguenti. Anche se avevo aspettative diverse per la fiera, che mi immaginavo più grande e più spettacolare, non posso che dire che vale sicuramente la pena per i lavoratori del settore fare un giro e valutare le novità esposte.
L'esposizione si articola su due capannoni, uno più dedicato al mondo TE, IS e IF e l'altro più dedicato all'armamento, anche se la distinzione non è in realtà così netta. Molto interessante soprattutto per gli esperti del settore elettrico, dell'automazione e della diagnostica. Sorprendenti le nuove tecnologie che vengono applicate al settore armamento, sia come strumenti di misura, sia come attrezzi da lavoro. Plasser&Theurer offre addirittura l'indimenticabile esperienza di provare un simulatore di rincalzatrice! Io e i colleghi ci siamo ritrovati in un ambiente famigliare, data la presenza di molti fornitori dei cui prodotti la nostra officina si avvale, è stato un modo per stringere i contatti ed informarci sulle novità, oppure fare quelle domande sui prodotti che erano rimaste in sospeso per lungo tempo. Molti i contatti scambiati, la maggior parte per via tradizionale mediante biglietti da visita, alcuni più agevolmente tramite un sistema di lettura codici a barre, che permette di associare il profilo del visitatore (ovvero i dati che ha inserito in fase di iscrizione alla fiera) agli argomenti che più gli interessano, a ciascuno dei quali corrisponde un codice. La chicca della visita, per chi ancora non la conosce, è la metropolitana di Torino, che arriva, a Sud, sino al Lingotto: nuova, automatica, pulita e frequente, permette di osservare dal vetro anteriore o posteriore la linea percorsa, completamente illuminata. Come dicevo, una chicca per i ferrovieri, anche se in realtà quei sedili con vista dovrebbero essere per i bambini... o così c'è scritto... Nella giornata di oggi si è svolta la tappa Bolognese del tour di Incontri Tecnici di Tuttonormel del 2014, all'interno dei quali vengono esposte le principali novità a livello normativo ed approfonditi alcuni temi. L'incontro si è tenuto nel Palazzo della Cultura e dei Congressi, nel quartiere fieristico di Bologna. Ho potuto assistere solo alla prima parte del convegno, nonché quella che mi interessava maggiormente: la presentazione sintetica da parte del direttore della rivista, Vito Carrescia, delle principali novità introdotte quest'anno nelle norme del settore elettrico. Gli argomenti toccati in questo paio d'ore sono stati gli interruttori differenziali di tipo F, i locali ad uso medico, i condotti sbarre e l'illuminazione di sicurezza. Interruttori differenziali di tipo F Come è noto, gli interruttori differenziali si distinguono ion base alla forma d'onda della corrente verso terra che riescono ad interrompere.Alle già presenti tipologie AC, A e B, si sono aggiunti gli interruttori differenziali di tipo F, ovvero quelli per correnti verso terra multi frequenza. Introdotti a livello normativo dalla CEI EN 62423 del 2013, sono interruttori differenziali che devono rispondere ai requisiti dei differenziali di tipo A ed, in più, interrompere anche correnti multifrequenza, ovvero in cui si hanno più armoniche a diversi livelli di frequenza. La norma CEI EN 62423 introduce altre due novità: - gli interruttori di tipo B devono essere provati anche per tensioni multifrequenza; - gli F e i B non devono intervenire per correnti di tipo transitorio. La norma indica in quali casi utilizzare gli interruttori differenziali di tipo A e B: - locali medici; - fotovoltaico (se il costruttore indica che l'inverter inietta verso terra correnti unidirezionali); - sistemi per la carica dei veicoli elettrici; - se richiesto dal costruttore di un'apparecchiatura elettronica nelle istruzioni. In tutti gli altri casi è facoltativo. Da questo punto di vista, gli interruttori di tipo F non sono ancora stati normati. Nota importante: a monte di un differenziale di tipo B non vanno montati differenziali di tipo AC, A o F. Per risolvere il problema, è necessario prelevare l'alimentazione del carico che richiede un differenziale di tipo B a monte del differenziale di altro tipo. Locali ad uso medico I locali ad uso medico sono soggetti alla norma CEI 64-8 Sez. 710, che dovrà essere allineata alla Cenelec HD 60364-7-710. Vediamo quali sono le novità a riguardo. L'apparecchio elettromedicale non deve più essere utilizzato sotto la supervisione di un medico. E' stata definita come "parte applicata al paziente" la parte che funzionalmente è destinata a venire in contatto col paziente durante l'utilizzo dell'apparecchio elettromedicale. Il trasformatore di isolamento deve essere: - se interno al locale, fuori dalla zona paziente; - se esterno al locale medico, entro 25 metri dal locale: questo perchè più aumenta la distanza, più aumenta la corrente capacitiva. Seppure non sia specificato, i 25 metri si riferiscono alle condutture, non alla distanza in linea d'aria del trasformatore di isolamento dal locale. Deve essere esposto nel locale un cartello con il significato dei segnali emessi dal dispositivo di controllo, per facilitare la vita al personale medico. In alcuni casi l'alimentazione di emergenza non è obbligatoria, cioè quando non è indispensabile per l'incolumità delle persone e per l'evacuazione. Per i locali di gruppo 2 non è più indispensabile che la misura della resistenza di collegamento al nodo venga fatta con uno strumento che eroga 10 A con una tensione compresa tra 4 V e 24 V. La prova funzionale può essere fatta ogni anno invece che ogni 6 mesi. Condotti sbarre Per quanto riguarda i condotti sbarre, la CEI EN 61439-2 sostituisce la CEI EN 60439-6. I condotti sbarre rientrano quindi nella categoria normativa dei quadri elettrici. Cosa dice? Dice che il costruttore deve indicare: - Portata alla temperatura ambiente di 35°C e relativa tabellina di correzione per altre temperature ambiente; - Resistenza e reattanza, per calcolare la caduta di tensione e l'impedenza dell'anello di guasto; - L'involucro del condotto sbarre può essere usato, se idoneo, come PE o PEN. - Tenuta al cortocircuito: corrente ammissibile di breve durata e corrente di cortocircuito condizionata; - Resistenza meccanica: se i condotti sbarre possono contenere altri conduttori; - Propagazione della fiamma. Illuminazione di emergenza L'illuminazione di sicurezza sopperisce alla mancanza di illuminazione ordinaria per evitare pericoli. L'illuminazione di riserva sopperisce alla mancanza di illuminazione ordinaria per permettere di continuare un'attività. La definizione di illuminazione di emergenza contiene entrambi i tipi di illuminazione sopra citati; sono stati raggruppati perché, dal punto di vista dei costruttori, non c'è differenza tra i due tipi di apparecchiature. La norma che regola l'illuminazione di emergenza è la CEI EN 605498-1. La norma specifica per le apparecchiature di emergenza è la CEI EN 60598-2-22, quella per i kit di emergenza è la CEI En 61347-2-7, quella per i soccorritori la CEI EN 50271. Per quanto riguarda gli impianti di illuminazione di sicurezza, bisogna far riferimento alla UNI EN 1838, unitamente alla 64-8. La 1838 introduce alcune novità: - Stabilisce i punti in cui installare le apparecchiature di emergenza; - Indica di installarle anche nei luoghi sicuri; - Le rende obbligatorie nei bagni per disabili; - Nel caso di locali aperti, suggerisce di mettere segnali di esodo anche sul pavimento; - I lux minimi da garantire in corrispondenza degli estintori non devono essere più misurati sul piano orizzontale, ma su quello verticale. Negli impianti centralizzati, deve essere raddoppiata sia la sorgente, sia i circuiti: a partire dalla sorgente l'alimentazione di sicurezza deve essere distinta da quella ordinaria. Repetita juvant: è inutile mettere cavi resistenti al fuoco nello stesso locale in cui si trova l'apparecchiatura da essi alimentata, che non è resistente al fuoco (e tantomento le persone che si dovessero trovare in quel locale quando interessato da un incendio). I cavi resistenti al fuoco sono utili durante il tragitto, perché l'incendio in un locale non comprometta l'illuminazione in un altro locale. Infine, per gradire... .. un'immagine che mi ha fatto molto riflettere, tratta direttamente dall'Elettrobestiario. Qualcuno mi sa dire questa cosa è espressamente vietata dalle norme? (No, non voglio farlo, voglio impedire che qualcuno lo faccia!) Le lamapde ad incandescenza sono quelle col filamento di tungsteno
in un bulbo di vetro, che una volta era vuoto, in quelle più moderne riempito con gas inerte a bassa pressione, solitamente Argon o Kripton. Il filamento si scalda per effetto Joule, diventa incandescente ed emette fotoni. La loro produzione è stata messa fuori legge per questioni di risparmio energetico, infatti non hanno una grande efficienza. Le lampade alogene sono sempre ad incandescenza, hanno un filamento di tungsteno ma nel bulbo viene immesso anche un altro materiale (iodio, kripton o xeno), per fare in modo che la lampada possa raggiungere una temperatura più alta ed evere una maggiore efficienza; questo perchè questi materiali fanno sì che il tungsteno che evapora a causa della temperatura si ridepositi sul filamento, in tal modo, oltre a raggiungere temperature maggiori, durano anche il doppio di quelle ad incandescenza. Hanno un bulbo piccolo che deve essere di quarzo, che ha un'elevata resistenza, però fa passare i raggi UV, quindi è necessario mettere anche un vetro esterno. Le lampade a scarica sono quelle di cui parlavamo stamattina, basate sull'emissione di radiazione elettromagnetica da parte di un plasma di gas ionizzato. Una differenza di tensione agli estremi fa sì che si inneschi e si mantenga una scarica in questo gas. Sono cosidetti "neon", anche se è un nome errato, perchè di solito vengono usati altri gas. Devono essere corredate da alimentatori e starter perchè hanno bisogno di una spinta per accendersi e perchè hanno bisogno di una corrente limitata. Quando se ne rompe una, infatti, bisogna un po' andare a tentativi per capire quale componente va cambiato, a meno che non sia proprio visibile. Alcune hanno anche un filamento per agevolare l'innesco. Le lampade fluorescenti sono quelle considerate a risparmio energetico. Sono lampade a scarica che, in più, hanno il tubo rivestito internamente di materiale fluorescente, sotto forma di una polvere bianca. Gli elettroni in movimento tra due elettrodi eccitano il gas, che emette radiazioni ultraviolette, le quali investono il materiale fluorescentee fanno sì che emetta luce visibile. I LED sono diodi ad emissione luminosa, ovvero diodi in cui uno strato di semiconduttore emette fotoni. |
Elena BaldiLavoro come ingegnere elettrico freelance su progetto presso lo studio Elesys. Archivio
March 2023
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